10|2022
Giuseppe Muroni
Il 25 luglio 1938 un comunicato del Partito nazionale fascista rese noto che il professor Nicola Pende, cattedratico autore del testo “Bonifica umana razionale”, docente di patologia medica generale alla Sapienza di Roma, considerato uno dei padri dell’endocrinologia, era tra gli intellettuali che avevano condiviso il cosiddetto “Manifesto della razza”, pubblicato undici giorni prima da “Il Giornale d’Italia”. L’adesione al Manifesto comportò, nel giugno del 1944, la sospensione del prof. Pende dall’insegnamento, disposta dalle autorità alleate. Il 16 novembre del 1944 l’Alta Corte di giustizia per le sanzioni contro il fascismo lo dichiarò decaduto dalla carica di senatore.
Con l’organizzazione dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara diretto dalla prof.ssa Anna Quarzi e i patrocini del Teatro Abbado, del Comune di Ferrara e del MEIS (Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah), il ridotto del Teatro Comunale ha ospitato giovedì 13 ottobre 2022, un reading teatrale con letture tratte dalle carte processuali del “caso Pende”, con intermezzi musicali inediti.
Il prof. Guido Barbujani, genetista di fama mondiale, ha aperto la serata commentando il “decalogo del Manifesto della razza” e ha illustrato lo stato delle conoscenze all’epoca dei fatti. Si sono alternati, quindi, nelle letture Lucia Pollato e Lorenzo Pavanello, ideatori e sceneggiatori dell’evento e Giuseppe Muroni, storico. La musica è stata scritta per l’evento dal Maestro Paolo Lazzarini. Il Maestro ha suonato il pianoforte accompagnato al violoncello da Nazzareno Balduin.
Processato e assolto dall’accusa di razzismo sia in primo che in secondo grado dinanzi alla Commissione per l’epurazione subito dopo il conflitto mondiale, il prof. Pende venne rimosso dal ruolo con provvedimento del Consiglio dei Ministri, con voto tuttavia non unanime. Il Consiglio di Stato, dinanzi al quale il Pende impugnò, annullò il provvedimento per vizi formali e nel dicembre 1948 il professore rientrò nei ranghi alla Sapienza di Roma riprendendo la sua cattedra di patologia medica tra le grida di disapprovazione degli studenti protetto della polizia.
Il caso Pende è ancora oggi controverso e il razzismo è purtroppo di triste attualità.
Le affermazioni del Pende contenute in testi e articoli scientifici, hanno consentito al pubblico di conoscere le ragioni contrapposte. Per la fama e l’influenza del cattedratico nell’ambito del mondo scientifico degli anni Trenta, fino alla caduta del regime fascista, il caso Pende ha offerto l’occasione di comprendere il grado di responsabilità degli intellettuali nella vicenda razziale italiana.
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